Mi faccio il libro

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giovedì 4 dicembre 2014

Complemento di denominazione e complementi di luogo ( lezioni del 28 novembre e del 10 dicembre 2014 )

La città di Roma, il nome di Carlo, il lago di Garda, il mese di gennaio. 

I sostantivi Roma, Carlo, Garda e gennaio sono retti dalla preposizione di e rispondono alla domanda “ di quale nome? “.  

Il complemento di denominazione è simile a quello di specificazione; indica il nome del sostantivo che lo precede. 




" Sono sul treno. Sono partito da Roma. Vado a Torino. Ora il treno sta passando per la Toscana “


Sono ( dove? In quale luogo? Essere è un verbo di stasi, cioè indica che si è in un luogo ) sul treno ( complemento di stato in luogo ). Sono partito ( da dove? Da quale luogo? Partire è un verbo di movimento ) da Roma ( complemento di moto da luogo ). Vado ( Dove? Verso dove? Andare è un verbo di movimento ) a Torino ( complemento di moto a luogo ). Ora il treno sta passando ( attraverso quale luogo? Per dove? Passare è un verbo di movimento ) per la Toscana ( complemento di moto per luogo ). 


giovedì 20 novembre 2014

Complemento di specificazione e complemento di termine ( lezione del 19 novembre 2014 )

In un dialogo tra compagni di classe si sente dire: “ Ho dato a Maria una scatola di cioccolatini “

Ho dato ( che cosa? ) una scatola ( a chi? ) a Maria ( di che cosa? ) di cioccolatini.

Complemento oggetto: chi? Che cosa?

Complemento di termine: a chi? A che cosa?

Complemento di specificazione: di chi? Di che cosa?

Lucia: “ Vorrei una fetta di crostata “. 

Il fratello di Lucia: “ Anch’io ne vorrei una fetta “ -> “ Anch’io vorrei una fetta di crostata “ -> ne = di crostata -> ne = complemento di specificazione.  

mercoledì 12 novembre 2014

Complemento predicativo del soggetto e c. pred. dell'oggetto ( lezione del 12 novembre 2014 )

Il giudizio di un amico può essere espresso nei due seguenti modi: in forma attiva e in forma passiva. Proviamo in tutti e due casi a togliere l’aggettivo “ geniale ” .

1. Lucia è ritenuta geniale da Marco ( Lucia = soggetto, è ritenuta = predicato verbale, da Marco = complemento d’agente ).

2. Marco ritiene Lucia geniale ( Marco = soggetto, ritiene = predicato verbale, Lucia = complemento oggetto ).

Senza l’aggettivo “ geniale “, i predicati verbali delle due frasi non hanno un significato completo, si sente che hanno bisogno di un aggettivo o di un sostantivo che completi il loro significato. Se si fosse trattato di un attributo, la sua mancanza non avrebbe intaccato il significato complessivo della frase. Lo stesso sarebbe valso nel caso di un'apposizione.

L'amica Lucia è ritenuta geniale da Marco / Marco ritiene geniale l'amica Lucia. 

L’aggettivo “ geniale “ nella prima frase costituisce un complemento predicativo del soggetto, cioè completa il significato del predicato e si riferisce al soggetto. Nella seconda frase invece è un complemento predicativo dell’oggetto, va a completare il significato del predicato e si riferisce al complemento oggetto. Entrambi i complementi posso presentarsi sotto forma sia di aggettivo che di sostantivo. 

Con i verbi appellativi ( chiamare, soprannominare, dire ), effettivi ( sembrare, parere, diventare, divenire, rendere ), estimativi ( stimare, giudicare, considerare, reputare ) ed elettivi ( eleggere, dichiarare, nominare, proclamare ) alla forma attiva c’è il complemento predicativo dell’oggetto, mentre alla forma passiva il predicativo del soggetto.

Il complemento predicativo del soggetto può seguire anche i verbi nascere, vivere, morire, restare, rimanere. Es. quel cantante morì povero ( povero = c. pred. del soggetto ). 

Il complemento predicativo dell’oggetto si può trovare con altri verbi che non rientrano tra quelli citati sopra, in questi casi è introdotto dalle seguenti parti del discorso: da, di, come, per, in qualità di. Es. trattano Mario da amico ( da amico = complemento predicativo dell’oggetto ).

martedì 4 novembre 2014

Complemento oggetto, complemento d'agente e di causa efficiente. Attributo e apposizione ( lezione di mercoledì 5 novembre )


Ieri sono stato in un negozio con mio fratello. Oggi posso raccontare ai miei compagni di classe che cosa è avvenuto nei due seguenti modi:

1) “ Ieri in un negozio mio fratello Marco ha acquistato una camicia bianca “

Oppure:

2) “ Ieri in un negozio una camicia bianca è stata acquistata da mio fratello Marco “

Quali sono i soggetti delle due frasi? I predicati verbali? Quali differenze ci sono tra le due frasi? 

“ Marco “ è il soggetto e “ ha acquistato “ è il predicato verbale della prima frase, mentre “ una camicia “ è il soggetto ed “ è stata acquistata “ è il predicato verbale della seconda frase. La prima frase è attiva e dopo il predicato verbale mi pongo la domanda “ chi? che cosa? “, mentre la seconda frase è passiva e ciò che segue il verbo risponde alla domanda “ da chi? da che cosa? “.

Complemento oggetto ( chi? che cosa? ): una camicia.
Complemento d’agente ( da chi? - se si trattasse di una cosa, risponderebbe alla domanda “ da che cosa? “ e si tratterebbe di un complemento di causa efficiente ): da Marco. 

In una frase attiva possiamo trovare espresso o sottinteso il complemento oggetto, mentre nella frase passiva possiamo individuare il complemento d’agente o quello di causa efficiente. 

“ Mio “, “ fratello “ e “ bianca “, che cosa sono? Si tratta di due aggettivi e di un sostantivo che accompagnano il soggetto e il complemento oggetto. Nella prima frase “ mio “ è un attributo del soggetto e “ fratello “ è un apposizione dello stesso soggetto, “ bianca “ invece è un attributo del complemento oggetto. 


L’attributo è un aggettivo, mentre l’apposizione è un sostantivo, entrambi sono uniti al soggetto, alla parte nominale o ad un complemento. 

mercoledì 15 ottobre 2014

Il soggetto ( lezione del 14 ottobre 2014 )

Il seguente testo è costituito da più periodi, un periodo comprende più frasi. Si contano tante frasi quanti sono i predicati verbali o nominali. Nell’analisi logica di una frase si individua prima il predicato verbale o nominale, poi successivamente il soggetto. 


Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 e muore a Ravenna nel 1321. E’ un poeta, uno scrittore e un politico. Il cittadino fiorentino viene considerato il padre della lingua italiana, perché è l'autore della Divina Commedia, uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale. Grazie a Dante la lingua volgare fiorentina raggiunge altissimi livelli espressivi.

Il soggetto compie o subisce l’azione? E’ sempre espresso? Da quale parte del discorso è introdotto?
Il soggetto può compiere l’azione o può subirla, può essere espresso o può essere sottinteso, ma può anche essere inesistente con i verbi impersonali ( p.e. nevica, piove, ecc. ), non è mai introdotto da una preposizione ( a, di, da, con, su, per, tra, fra, in ). Può essere accompagnato da un articolo, tra cui quelli partitivi da non confondere con le preposizioni articolate. Gli articoli partitivi possono essere sostituiti da “ un po’ di ”, “ alcuni “ o “ alcune “, se ciò non è possibile si tratta di preposizioni articolate.  

giovedì 2 ottobre 2014

Il predicato ( lezione del 3 ottobre 2014 ) - ANALISI LOGICA

Federico Rampini è un giornalista italiano. Nasce a Genova nel 1956, ma a due anni si trasferisce con la famiglia nella città di Bruxelles, che è in Belgio. Come corrispondente estero può raccontare dapprima le vicende della Silicon Valley, poi lascia gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Dal 2009 è un inviato per La Repubblica a New York. 






Sottolinea i verbi nel suddetto testo.

Il verbo è l’elemento fondamentale di una frase, le conferisce un significato completo e preciso. 

Ogni frase ha un predicato verbale che può essere costituito dai seguenti elementi:

  • un solo verbo; 
  • ausiliare + participio passato di un verbo;
  • verbo fraseologico + altro verbo all’infinito o gerundio;
  • verbo servile + altro verbo all’infinito;
  • verbo essere con il significato di “ si trova” e “ appartiene “.

Nel caso in cui una frase contenga il verbo essere più un sostantivo o un aggettivo, questi due elementi costituiscono un predicato nominale. Un predicato nominale è formato dalla copula ( verbo essere ) e dalla parte nominale ( aggettivo o sostantivo ). 

Tra due punti fermi possiamo avere anche due o più frasi, non sempre una sola. Due o più frasi costituiscono un periodo. 

sabato 3 maggio 2014

le nove parti del discorso ( ricapitolazione con brain-storming alla lavagna, marzo 2014 )

1) Articoli determinativi, indeterminativi e partitivi ( si prova a sostituire " dello, della, degli, ecc. " con " un po' di, alcuni, ecc. " ), maschile e femminile, singolare e plurale.

2) Sostantivi / nomi 
- comuni ( cosa, animale, persona, concetto, sentimento, luogo e azione ) e propri ( con la lettera iniziale maiuscola ), 
- individuali e collettivi, 
- primitivi, derivati, alterati e composti,
- maschile e femminile, singolare e plurale.
Non è il caso di considerare la distinzione astratto/concreto dal momento in cui ci sono troppe ambiguità. 

3) Aggettivi qualificativi ( di grado positivo, comparativo e superlativo assoluto/relativo ), possessivi, dimostrativi, indefiniti, numerali, interrogativi ed esclamativi. Maschile e femminile, singolare e plurale.

4) Pronomi ( al posto di un nome ) personali ( soggetto, riflessivi e complemento ), possessivi, dimostrativi, indefiniti, relativi ( il "che" può essere pronome relativo o congiunzione ), numerali, interrogativi ed esclamativi. Maschile e femminile, singolare e plurale.

5) Verbi 
- forma attiva, passiva, riflessiva, impersonale e intransitiva pronominale ( p.e. avviarsi, vergognarsi ), 
- transitivi e intransitivi,
- fraseologici, servili; 
- tre coniugazioni, regolari/irregolari, modi e tempi verbali, persona e numero.

6) Avverbi ( sono autonomi, si possono togliere ) di modo, di tempo, di luogo, di quantità, di valutazione  ( affermazione, negazione e dubbio ), interrogativi ed esclamativi. Locuzioni avverbiali costituite da due o più parole.

7) Preposizioni ( reggono un pronome o un sostantivo, non si possono togliere ) proprie ( semplici e articolate ) e improprie, locuzioni prepositive costituite da due o più parole. 

8) Congiunzioni ( uniscono due frasi, due sostantivi, due aggettivi, ecc. ) coordinanti e subordinanti. Locuzioni congiuntive costituite da due o più parole. 

9) Interiezioni. 

Avverbi, preposizioni, congiunzioni e interiezioni sono parti invariabili del discorso, pertanto non sono interessate dalla distinzione maschile/femminile e singolare/plurale.


giovedì 30 gennaio 2014

Le preposizioni reggono ...... ( lezione del 31 gennaio 2014 )

Ricordiamoci che le preposizioni reggono un sostantivo o un pronome e sono invariabili, cioè non cambiano mai la vocale finale; a differenza degli avverbi, non possiamo toglierle, altrimenti la frase non è più corretta sintatticamente. 

Sono semplici, articolate, improprie ( avverbi, aggettivi e verbi che svolgono la funzione di preposizione ) oppure locuzioni prepositive ( costituite da due o più parole, per esempio " insieme con", " attorno a" ).

Ascolta la seguente canzone, riconosci le preposizioni e analizzale sul tuo quaderno.  





giovedì 16 gennaio 2014

Un " dopo " che può reggere un sostantivo, può stare da solo o può collegare due frasi ( lezione del 17 gennaio )

Michele e Claudio sono seduti uno accanto all'altro nella loro classe.

Michele, durante una lezione d'italiano,  chiede a Claudio: " Mi presti la calcolatrice? "

Claudio potrebbe articolare tre differenti risposte:

1 " Te la presto dopo "
2 " Te la presto dopo la spiegazione "
3 " Te la presto dopo che il professore ha finito la sua spiegazione "

Riflettiamo sull'uso della parola " dopo ":

1 non regge nessun'altra parte del discorso, modifica semplicemente il significato del verbo, è da solo, può essere tolto -> un avverbio;

2 è posto prima di un sostantivo, regge questo sostantivo, non può essere tolto -> una preposizione;

3 collega le due frasi " te la presto dopo " e " il professore ha finito la sua spiegazione " -> una congiunzione.


Proviamo a modificare le tre risposte secondo il genere ( maschile e femminile ) e il numero ( singolare e plurale ).

Ve la prestiamo dopo, te la presto dopo le spiegazioni, noi te la prestiamo dopo che i professori hanno finito le loro spiegazioni.

Avverbi, preposizioni e congiunzioni sono parti del discorso invariabili ( non cambia la vocale finale ), contrariamente a quanto abbiamo verificato con gli articoli, i sostantivi, i verbi, i pronomi e gli aggettivi.